Il mercato assicurativo in Italia

E’ la sintesi numerica del lavoro delle compagnie* di assicurazione operanti in Italia dagli anni 2000 in poi.

I dati presenti vengono elaborati dai bilanci delle singole compagnie e, in mancanza, dei dati della raccolta premi diretti del portafoglio italiano (la fonte è l’ANIA).

Ogni elaborazione prevede una classifica sulla base del lavoro di ogni singola compagnia e/o gruppo.

I dati possono essere estratti secondo diversi criteri:

– lavoro totale per compagnie;

– lavoro totale per gruppo;

– lavoro per ramo e per compagnie;

– lavoro per ramo e per gruppo.

Il programma consente inoltre di ottenere diverse altre voci componenti il bilancio come, ad esempio, i proventi netti, le spese di gestione, il risultato del conto tecnico, il risultato della gestione ordinaria, il risultato della gestione straordinaria, le riserve tecniche nette, gli investimenti etc.

 

Altro elemento significativo dei bilanci sono gli indici o “Ratios”.

I principali monitorati sono i seguenti:

– Loss ratio (sinistri / premi)

– Expenses ratio (spese di gestione / premi)

– conto tecnico / premi

– saldo tecnico / premi

– risultato netto / premi netti

– investimenti / riserve tecniche vita

– combined ratio (loss ratio + expenses ratio)

– R.O.E. (Utile/patrimonio netto)

– risultato tecnico / patrimonio netto

– Tasso di ritenzione

 

Nell’area “I bilanci a confronto” è possibile selezionare più compagnie e/o gruppi, mettendo a confronto, nel periodo previsto, i dati di bilancio.

Per comprendere meglio la terminologia utilizzata, viene riportato di seguito un piccolo glossario.

Annual Premium Equivalent (APE): Sono i premi “riportati” all’anno che corrispondono alle rate  annuali di premio in caso di polizze pluriennali e alla quota annua di premio per le polizze a premio unico; quest’ultimo dato viene ottenuto dividendo il premio per il numero di anni di durata del contratto, oppure per una durata fissa definita a priori (criterio utilizzato dagli analisti finanziari che non dispongono della durata delle polizze di una compagnia).

Combined ratio: E’ la somma del loss ratio e dell’expenses ratio e rappresenta l’indice di qualità tecnica della gestione danni; la differenza tra il combined ratio e il 100% indica grossolanamente in percentuale i risultati della gestione assicurativa in senso stretto (es.:104% di combined ratio significa che la gestione assicurativa evidenzia una perdita pari al 4% dei volumi dei premi, che deve essere coperto con i proventi della gestione finanziaria. Nel caso in cui esso sia il 90% significa che c’è un utile tecnico (10%) al quale si somma il risultato della gestione finanziaria).

Embedded value:  L’Embedded value è la somma tra il patrimonio netto di una compagnia e il valore attuale degli utili futuri generati dal portafoglio in essere. Ai fini della crescita dell’Embedded value, è meglio acquisire, a parità di altre condizioni, un contratto pluriennale che da un gettito premi futuro per diversi anni, che un unico premio che non genererà alcun flusso di premi in futuro. L’Embedded value premia, quindi, oltre alla quantità, anche questo tipo di qualità di contratti.

EVA (Economic Added Value): Misura la creazione (o la distruzione) di valore di una impresa. Concettualmente misura la differenza tra il rendimento del capitale e il suo costo pesato per il rischio; nato per il comparto industriale presenta qualche difficoltà di estensione al settore assicurativo.

Investimenti/riserve tecniche nette: indice indiretto di solvibilità dell’azienda: mostra se la compagnia é in grado di far fronte agli impegni assunti nei confronti degli assicurati senza ricorrere ad altri realizzi dell’attivo.

MAV (Market Added Value): E’ la differenza tra il valore di mercato della compagnia (la capitalizzazione di borsa) e il suo patrimonio netto. La differenza tra queste due grandezze mette in evidenza la capacità di una compagnia di creare in futuro valore.

Nuova produzione (New business): La nuova produzione corrisponde normalmente  ai premi provenienti dalla sottoscrizione di nuove polizze. La nuova produzione può variare da compagnia a compagnia non esistendo un criterio unico ed omogeneo per l’intero mercato. Questa voce è utile per capire la capacità della compagnia di fare nuovi affari durante l’anno in esame.

Patrimonio netto: é il capitale sociale sommato a tutte le riserve patrimoniali ed è comprensivo del risultato netto dell’anno.

Premi di competenza: si riferiscono ai premi raccolti al netto della variazione della riserva premi.

Premi lordi: nelle classifiche lavoro totale diretto ed indiretto, sia per il ramo danni  sia per quello vita, sono i premi lordi contabilizzati del lavoro totale. Nella classifica lavoro italiano diretto, vita – danni e singoli rami tecnici,  vengono considerati i premi contabilizzati del lavoro diretto relativi al solo portafoglio italiano.

Proventi patrimoniali netti: nella prima classifica generale si è voluto lasciare la grandezza complessiva dell’apporto al conto economico da parte degli investimenti, a prescindere dalla suddivisione tra quanto imputato al conto tecnico e quanto al conto non tecnico. Nella nuova formulazione del bilancio vengono qui compresi anche i risultati delle negoziazioni degli investimenti non immobilizzati e le plusvalenze nette ancora non realizzate, elementi prima compresi nella gestione straordinaria.

Quota degli utili degli investimenti trasferita : per i rami danni è quella parte del rendimento degli investimenti attribuibile alle riserve tecniche e quindi trasferita al conto tecnico. Per la vita, viceversa, tutti i proventi degli investimenti sono nel conto tecnico tranne la parte trasferita al conto non tecnico, relativa al rendimento dei mezzi propri.

Rapporto riserve a premi: E’ il rapporto tra le riserve (premi + sinistri o solo sinistri) e i premi. Il rapporto sinistri a premi è un indicatore grossolano della politica di riservazione di una compagnia (grossolano perché l’indice delle riserve varia significativamente a seconda dei rami). Un rapporto contenuto può significare una insufficienza di riserve o, in altri termini, una sottostima degli impegni di una compagnia; normalmente un indice basso può essere un sintomo delle crisi di una compagnia.

Redditi trasferiti al conto tecnico: Sono i redditi finanziari realizzati nell’investimento delle riserve sinistri (sono i redditi complessivi meno i redditi realizzati dall’investimento del patrimonio netto.

Riserva premi (concetto di competenza):  sull’incasso di 1.000 € il 1° ottobre dell’esercizio precedente a quello in esame, che servono a coprire il rischio per 1 anno con decorrenza 1° ottobre, ¼ servono a coprire il rischio per tre mesi del precedente esercizio, ¾ servono a coprire il rischio per i nove mesi restanti (1° gennaio – 30 settembre). Ai fini dell’esercizio dell’anno precedente a quello in esame, avremo una riserva premi di 750 €, la quota del premio necessaria a finanziare la parte residua del rischio che interessa l’esercizio in esame; tale riserva è in uscita nell’esercizio precedente ed in entrata nell’esercizio corrente.

La riserva premi si ottiene come somma delle riserve premi di ogni singola polizza sia in entrata di esercizio  (come l’esempio sopra indicato), sia in uscita di esercizio (quando si verifica una situazione analoga a quella descritta).

Riserva sinistri (concetto di competenza): nella riserva sinistri figurano i sinistri che al 31 dicembre (riserva sinistri in uscita) o al 1° gennaio (riserva sinistri in entrata) non sono ancora stati pagati. Questi sono portati a riserva e possono rimanere a riserva anche per molti anni prima della loro liquidazione.

Riserve tecniche: Sono composte da riserve premi (premi trasferiti all’esercizio corrente – riserve premi in entrata o all’esercizio futuro – riserve premi in uscita per coprire i rischi che cadono  nei rispettivi esercizi).

Il calcolo delle riserve premi è “rigido” e non soggetto a valutazioni soggettive della compagnia, diversamente  dalle riserve sinistri il cui grado di indeterminatezza è molto ampio, ancorché queste riserve siano certificate da revisori contabili; le compagnie che presentano riserve sinistri abbondanti, nei limiti permessi dai revisori, sono quelle più solide.

Riserve tecniche nette: comprendono tutte le  riserve originate dalla gestione assicurativa comprese anche le riserve con rischio dell’investimento a carico degli assicurati. In classifica sono esposte al netto delle Riserve a carico dei riassicuratori.

Risultato della riassicurazione passiva: é il risultato del lavoro ceduto. Se indicato con segno negativo è parte del guadagno compreso nel saldo tecnico da riconoscere alle compagnie cessionarie; se con segno positivo sono stati ceduti premi che hanno generato perdite ed il risultato va ad accrescere il saldo tecnico.

Risultato del conto tecnico: è il risultato della gestione strettamente assicurativa e comprende anche una parte dei proventi degli investimenti attribuibili per i danni alla giacenza media delle riserve tecniche, per la vita del totale dei proventi degli investimenti al netto  della quota da riconoscere ai mezzi propri sempreché non eccedente quanto contrattualmente garantito agli assicurati.

Risultato del conto tecnico/premi: è la misura del rendimento complessivo della gestione tipica sul volume delle scommesse effettuate.

Risultato gestione ordinaria: é il risultato del conto tecnico più i proventi degli investimenti non già attribuiti, al netto di proventi ed oneri residuali.

Risultato gestione straordinaria: deriva dalla differenza tra i proventi e gli oneri di natura straordinaria, generati da alienazioni o valutazioni dell’attivo  immobilizzato, sopravvenienze attive o passive.

Risultato netto: é rappresentato dal guadagno o dalla perdita dichiarati in bilancio al netto delle imposte e senza considerare eventuali coperture di perdite in corso d’anno.

Risultato netto lavoro indiretto: è il saldo netto della riassicurazione attiva, ossia il saldo relativo ai premi assunti in riassicurazione al netto delle retrocessioni.

Risultato netto/Patrimonio netto: è il classico indice di redditività dei mezzi propri. Nel calcolo i mezzi propri non includono il risultato dell’anno.

R.O.E. (Return on Equity): E’ dato dal rapporto tra utile finale della compagnia e il patrimonio netto. Intende rappresentare il rendimento conseguito dall’azionista nell’investimento nella società.

Spese di gestione: attribuite direttamente al conto tecnico, si riferiscono alle provvigioni e spese di acquisizione, provvigioni d’incasso e le spese di amministrazione attinenti alla gestione tecnica.

Spese di gestione/premi (Expenses ratio): rapporto tra le spese di gestione (di acquisizione e di amministrazione) e i premi; il rapporto può essere costituito tra spese lorde e premi lordi oppure spese nette e premi netti (metodo usato da Generali).

Sinistri di competenza: sinistri dell’esercizio e di esercizi precedenti, rimasti a carico della gestione nell’esercizio.

Sinistri di competenza/premi di competenza (Loss ratio): rapporto tra i sinistri di competenza e premi di competenza. La sinistralità si divide tra sinistralità lorda (rapporto tra sinistri e premi di competenza lordi) e sinistralità netta (rapporto tra sinistri e premi di competenza netti).

Sinistri lordi: sono i sinistri pagati o da pagare (riserva) senza considerare le cessioni in riassicurazione.

Sinistri netti o conservati: sono i sinistri pagati o da pagare (riserva) a cui vengono sottratti i sinistri recuperati e da recuperare nei confronti dei riassicuratori.

Saldo tecnico lavoro diretto: compare, con le voci che seguono nelle classifiche del solo lavoro italiano. E’ il margine primo al lordo delle cessioni e del lavoro indiretto. E’ la misura del rendimento dei premi raccolti al netto dei sinistri e dei costi di gestione. Nel ramo danni, a differenza del ramo vita, il saldo ancora non beneficia della quota dei proventi degli investimenti trasferita dal conto non tecnico.

Saldo tecnico lordo/premi: per il saldo tecnico lordo si intende il saldo della gestione assicurativa al lordo dei premi ceduti. In rapporto ai premi mostra la qualità del risultato tecnico prima della cessione dei premi in riassicurazione e dell’apporto finanziario degli investimenti.

Tasso di ritenzione: Rapporto tra premi netti e premi lordi (misura quanto dei rischi assunti da una compagnia è rimasto a suo carico); questo indice è significativo per i rami danni, mentre nel ramo vita la cessione rischi è esigua; talvolta però, per ragioni diverse, all’interno del Gruppo vengono cedute quote significative di premi vita da una compagnia all’altra (ad esempio dalla controllata alla casa madre);

Totale investimenti: é l’insieme degli investimenti operati dalla compagnia in immobili, partecipazioni (del gruppo e non) e loro finanziamenti sottoforma di obbligazioni e finanziamenti. Negli “altri investimenti finanziari” sono compresi i veri e propri investimenti (titoli, obbligazioni, azioni, quote di fondi comuni) compresi la parte relativa a quegli investimenti con rischio a carico dell’assicurato.

Variazione Riserve di perequazione: sono accantonamenti o, se negativi, di utilizzi di particolari riserve, obbligatorie e volontarie, legate alla peculiarità di alcuni rami tecnici.

* Si precisa che  non tutte le compagnie operanti nel mercato italiano sono inserite  nel programma e che i dati esistenti rappresentano comunque una quota non inferiore al 95% del totale.

I dati caricati sono da CONSIDERARSI INDICATIVI e non ASSOLUTI.

Riserva premi (concetto di competenza):  sull’incasso di 1.000 € il 1° ottobre dell’esercizio precedente a quello in esame, che servono a coprire il rischio per 1 anno con decorrenza 1° ottobre, ¼ servono a coprire il rischio per tre mesi del precedente esercizio, ¾ servono a coprire il rischio per i nove mesi restanti (1° gennaio – 30 settembre). Ai fini dell’esercizio dell’anno precedente a quello in esame, avremo una riserva premi di 750 €, la quota del premio necessaria a finanziare la parte residua del rischio che interessa l’esercizio in esame; tale riserva è in uscita nell’esercizio precedente ed in entrata nell’esercizio corrente.

La riserva premi si ottiene come somma delle riserve premi di ogni singola polizza sia in entrata di esercizio  (come l’esempio sopra indicato), sia in uscita di esercizio (quando si verifica una situazione analoga a quella descritta)